Giorgio Agamben, nato a Roma nel 1942, è professore di estetica presso la Facoltà di Design e Arti dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Dal 1978 al 1986 ha coordinato per la casa editrice Einaudi l'edizione italiana delle Opere di Walter Benjamin.
Ha pubblicato, fra l'altro, Stanze (Einaudi 1977 e 2011); Infanzia e storia (Einaudi 1978 e 2001); Il linguaggio e la morte (Einaudi 1982); Idea della prosa (Feltrinelli 1985); La comunità che viene (Einaudi 1990; Bollati Boringhieri 2001), Homo sacer (Einaudi 1995), Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone (Bollati Boringhieri 1998); Stato d'eccezione (Bollati Boringhieri 2003); La potenza del pensiero (Neri Pozza 2005), Il regno e la gloria. Per una genesi teologica dell'economia e del governo (Neri Pozza 2007), Il linguaggio e la morte (Einaudi 2008).
"Il vero luogo dell'esperienza non può essere né nella parola né nella lingua, ma nello spazio fra essi. Per questo ho cercato di definire come in-fanzia dell'uomo il luogo di un'esperienza originaria. Non si tratta dell'infanzia, in senso stretto ma piuttosto della traccia che l'infanzia dell'uomo lascia nel linguaggio stesso, cioè di quella scissione fra lingua e parola che caratterizza in modo esclusivo il linguaggio umano".(Giorgio Agamben)
L'uomo moderno è ancora capace di esperienza o la distruzione dell'esperienza è da considerare un fatto ormai compiuto? Da questo interrogativo prende avvio la ricerca che dà il titolo al volume per proporre un ripensamento radicale del problema dell'esperienza, in cui il tema si allarga sino ad abbracciare motivi apparentemente lontani: la sotterranea solidarietà di razionalismo e irrazionalismo nella nostra cultura e lo scivolare della fantasia dalla sfera della conoscenza a quella dell'irrealtà; la scissione fra desiderio e bisogno e l'apparizione del concetto di inconscio; il rifiuto delle ragioni dell'esperienza da parte dei movimenti giovanili e lo spostarsi dell'avventura dal quotidiano allo straordinario; la nascita dell'io e la rivendicazione dell'inesperibile nella poesia moderna.Finché, nell'ultima parte, tutti questi motivi convergono in una teoria dell'infanzia dove alcuni dei temi cruciali del pensiero contemporaneo, come l'opposizione antropologica fra natura e cultura e quella linguistica fra lingua e parola, trovano una nuova formulazione, in una prospettiva in cui l'uomo non appare piú, secondo la tradizione metafisica, come «l'animale che ha il linguaggio», ma come l'animale che ne è privo e deve, perciò, riceverlo dall'esterno.Intorno a questo nucleo centrale, ruotano una serie di studi sul gioco e sul rito, sull'istante e il tempo, sulla fiaba e il presepe, uniti nello stesso tentativo di ripensare il rapporto fra l'uomo e la sua storia.
發表於2025-01-10
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創造語言的同時便創造瞭言不所及,而不可言說的事實上就是幼年。經驗隻能經曆而不能擁有,人試圖擁有而所經曆的便是幼年的過程,幼年就是對語言局限性的思考。正是幼年,正是語言和言語之間的差異的先驗經驗開啓瞭曆史空間,曆史同時是一種時間的經驗,並且每種文明都是對時間...
評分不少人說譯得差,沒讀過英文版且對哲學沒什麼研究的我,隻覺得有些段落和語句太晦澀。 有趣的是,《在遊樂場——關於曆史與遊戲的反思》中,提到格拉內(Granet)引用的一句中國諺語,譯者錶述齣的文字是:“死者的魂靈到處遊蕩,麵具是它歇腳的地方。” 我的比較直接的聯想是...
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